La crisi d’impresa non si presenta mai come un evento improvviso, ma si insinua gradualmente, spesso sotto forma di segnali deboli e ripetitivi. Tra i più ricorrenti vi sono difficoltà nel rispettare le scadenze di pagamento verso fornitori, erario, enti previdenziali, dipendenti o istituti bancari. Si tratta di squilibri che, se non affrontati, compromettono la continuità operativa dell’impresa e portano a un deterioramento progressivo della situazione finanziaria. È proprio in questi momenti che diventa essenziale un cambio di prospettiva: non attendere che la crisi emerga con carattere d’urgenza, ma riconoscerne per tempo i primi sintomi e agire in maniera preventiva.
La crisi si vede prima nei flussi di cassa che nel bilancio
È ormai evidente che la crisi economico-finanziaria si manifesta anzitutto nella gestione della liquidità. Una società può apparire ancora sana sotto il profilo economico o patrimoniale, ma avere gravi difficoltà nel far fronte agli impegni immediati. La tensione finanziaria – il cosiddetto “stress di cassa” – è un indicatore molto più sensibile della salute aziendale rispetto al bilancio d’esercizio. Quando la gestione quotidiana diventa una corsa contro il tempo per pagare stipendi, imposte o scadenze bancarie, l’equilibrio dell’impresa è già compromesso. È proprio in questo contesto che assume rilievo la necessità di strumenti di diagnosi precoce e di interventi tempestivi.
Gestire la crisi senza perdere il controllo
Per rispondere a questa esigenza, la normativa ha introdotto uno strumento innovativo: la Composizione Negoziata della Crisi (CNC). Prevista dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.lgs. 14/2019), la CNC è pensata per offrire all’imprenditore uno spazio protetto, riservato e non giudiziale, all’interno del quale valutare possibili soluzioni alla crisi con l’assistenza di un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio. Non è una procedura concorsuale, non è un fallimento. L’imprenditore resta alla guida dell’azienda, mantenendo la piena gestione e i poteri decisionali, e può interagire in modo strutturato e negoziale con i principali creditori, le banche e le amministrazioni pubbliche, al fine di prevenire soluzioni più drastiche e costose.
Chi agisce per tempo può salvare l’impresa
Il vero valore della Composizione Negoziata risiede nella sua tempestività. È uno strumento che non va inteso come “ultima spiaggia”, ma come leva gestionale da attivare quando la crisi è ancora reversibile. Affrontare per tempo un’insolvenza incipiente permette di mantenere rapporti fiduciari con i creditori, ridurre i costi della crisi, preservare il valore aziendale e, in molti casi, evitare percorsi giudiziali. La CNC si configura così come una via pragmatica e realistica per ristrutturare il debito, razionalizzare la gestione e ristabilire condizioni di equilibrio economico-finanziario, valorizzando la continuità aziendale come interesse condiviso tra imprenditore e sistema economico.
Per una diagnosi precoce c’è un momento giusto
Riconoscere per tempo i segnali della crisi è oggi una delle responsabilità centrali di chi guida un’impresa. La Composizione Negoziata non è uno strumento da attivare all’ultimo momento, ma una risorsa da conoscere, valutare e attivare, non appena le circostanze lo richiedono. Non è invasiva, non è giudiziale, e nella maggior parte dei casi non è neppure pubblica. È un percorso che può essere avviato con riservatezza, nella piena gestione dell’impresa, quando i sintomi sono ancora gestibili e le soluzioni più efficaci.
Se ti riconosci in una delle situazioni descritte, potrebbe essere il momento giusto per affrontare il problema. Contattaci per valutare insieme le soluzioni disponibili.
